giovedì 5 agosto 2010

Il nuovo ponte di legno tra Carro e Varzi



La prima battaglia dell'Aronchio è stata combattuta 66 anni fa, il 24 e 25 luglio 1944: due giorni di scontri tra i partigiani della valle Staffora e i  fascisti della banda Sichereits, terminati con la sconfitta e la fuga dei questi ultimi. La seconda battaglia dell'Aronchio è durata molto di più: esattamente dieci anni. Tanto c'è voluto perchè gli abitanti della frazione Carro di Varzi vedessero finalmente ricostruito il ponte distrutto nel 2000 da una piena del torrente Aronchio, che nasce dal monte Penice e confluisce nello Staffora poco prima di Varzi.
Nel maggio 2006 gli abitanti di Carro, una decina di famiglie, avevano  chiesto perfino l'aiuto di 'Striscia la notizia'. Ma neppure Capitan Ventosa, il supereroe del tg satirico di Canale 5, era riuscito a sbloccare la situazione, evitando ai cittadini della piccola frazione di fare un lungo giro vizioso per recarsi a Varzi.
La ricostruzione era bloccata da questioni tecniche e burocratiche ma soprattutto dalla mancanza di fondi.
All'inzio si era pensato di risolvere il problema costruendo un ponte Bailey, una di quelle strutture prefabbricate di ferro usate solitamente dal Genio militare. Il costo – 150mila euro per un'arcata di 40 metri – pareva sopportabile. Poi si è scoperto che, per motivi di sicurezza, sarebbero state necessarie due arcate, per un totale di 80 metri, facendo salire il costo a 400mila euro. Troppi per le finanze locali.
Si è pensato quindi a una soluzione di ripiego: rendere transitabile il greto del torrente, costruendo un guado: sei tubi di cemento  sorretti da una massicciata. Ma a ogni piena del torrente il guado veniva regolarmente distrutto.


La soluzione definitiva è arrivata nel 2009, con lo stanziamento di oltre 900mila euro da parte del ministero dell'Ambiente per un piano di sistemazione delle sponde dell'Aronchio e dello Staffora, di cui  300mila euro destinati al nuovo ponte. Una struttura di legno, lunga 50 metri, alta tre e larga sette, della portata di circa 4 tonnellate.
La costruzione è stata affidata a una ditta specializzata della Valle d'Aosta, la Chenevier di Chanvensod, che in questi giorni sta completando la copertura. Si tratta infatti di un ponte coperto, come quello famoso di Bassano, anche se ovviamente molto più semplice.
Se non ci saranno altri intoppi fra qualche mese il nuovo ponte sarà agibile. E così gli abitanti di Carro potranno andare di nuovo comodamente a fare la spesa a Varzi, seguendo la strada un tempo percorsa dalle carovane dei mulattieri che scendevano dall’Appennino Pavese per rifornirsi di derrate alimentari, in cambio di bisacce colme di carbone vegetale.

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